Neuropsicomotricità

Il Terapista della neuropsicomotricità dell'età evolutiva (TNPEE) è una figura professionale che svolge attività di abilitazione, di riabilitazione e di prevenzione motoria nei confronti delle disabilità dell’età evolutiva (fascia di età 0 - 18 anni).

Per aiutare tuo figlio o tua figlia ti hanno detto di rivolgerti a un neuropsicomotricista, anche detto "Terapista della neuropsicomotricità dell'età evolutiva (TNPEE)". Hai quindi iniziato a cercare il migliore neuropsicomotricista in Italia, ma non hai ben presente in che cosa consista la neuropsicomotricità. Tra i servizi offerti dal team di Easy-Brain, c'è anche questo! Eccoti quindi spiegato che cos'è la neuropsicomotricità, di cosa si occupa un neuropsicomotricista e quali sono le attività che compie.

Che cos'è la neuropsicomotricità

La neuropsicomotricità fa parte delle professioni sanitarie della classe riabilitativa  e si occupa della prevenzione e del recupero funzionale e/o del potenziamento neuropsicomotorio del bambino. 

Che cosa fa un neuropsicomotricista/Terapista della neuropsicomotricità dell'età evolutiva (TNPEE)

Il Terapista della neuropsicomotricità dell'età evolutiva (TNPEE), svolge le seguenti attività:

  • riabilitazione, ossia di ripristino di capacità compromesse;
  • abilitazione, ossia di acquisizione di funzioni non emerse;
  • prevenzione, ossia agisce in situazioni ove è stato riscontrato il rischio di sviluppare una problematica.

Quando serve rivolgersi a un neuropsicomotricista

I casi in cui può essere utile una terapia neuropsicomotoria sono molti e vanno valutati caso per caso. In generale, si occupa della prevenzione e della riabilitazione motoria in bambini e ragazzi di età compresa tra i 0 e i 18 anni.

È dunque indicata quando sono presenti:

  • disturbi della coordinazione motoria;
  • disabilità intellettive;
  • ritardi dello sviluppo psicomotorio;
  • sindromi genetiche;
  • difficoltà relazionali, difficoltà comportamentali, disturbi della regolazione;
  • patologie neuromotorie (ad esempio PCI e distrofie);
  • cerebrolesioni acquisite;
  • disturbi specifici dell’apprendimento (DSA).

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